Non so se avrò modo di scrivere nei prossimi giorni, però sento un'urgente necessità di mettere giù qualche riflessioni su questo 2011. Pensando all'anno appena trascorso mi accorgo che tutto sommato, e anche senza tutto sommato, è stato un gran bell'anno, anche se non sapevo se avesse retto il confronto col 2010. E invece c'è riuscito e, per certi versi, anche alla grande.
Febbraio. Una materia data e un fine settimana fuori. Bum bum. Ho avuto mille incertezze, mi son fatta quei due o tre pianti di routine, ma me la sono cavata. Lentamente si riprendeva la normalità e, alla fine, si è aggiunto quel tocco di vita che rende tutto più bello. Amore, sì, quello.
Marzo, Aprile, Maggio. Mesi non pervenuti. Di quei giorni mi ricordo mattinate di tirocinio in un'agenzia pubblicitaria - che mi hanno indicato la via che sto ad oggi seguendo, alla Pocahontas - e pomeriggi e serate infinite sul pc a cercare di mettere giù qualcosa per la tesi. Sì, ancora seguivo l'idea di laurearmi a Luglio, e stavo finendo per impazzire, considerata la mole di materiale da leggere, oltre ai libri delle materie rimanenti e le mattinate al lavoro. Così a fine maggio do un calcio a tutto, mi concentro sulle materie e rimando il lavoro della tesi all'estate. Nessun evento particolare ha sconvolto la mia vita, anche le sere fuori si conformavano allo standard passeggiata-cocktail-ognitantoinpizzeria che tanto mi faceva rimpiangere la mia movimentata vita notturna prestoniana.
Giugno. Ultime due materie date, pratiche burocratiche universitarie da ultimare, gioia assoluta per l'imminente abbandono dell'Unime. E primi giorni di mare.
Luglio. Si ritorna sulla tesi. E ritorna anche lui, così faccio un po' d'estate, per 7 giorni godendomi mare, sole, relax, feste, balli, gite e seratine. La spiaggia di notte, le litigate, i pranzi fuori e i momenti dolce far niente del primo pomeriggio.
Agosto. Tesi, tesi, tesi. Fino alle 4 del mattino, quando il sole andava via e si approfittava della lieve brezza notturna che entrava dalle finestre per lavorare un po' senza sclerare del tutto. Così la mattina me la dormivo alla grande, trasformandomi in un semivampiro la cui principale occupazione no è però approfittarsi dell'oscurità per succhiare il sangue di qualche anima candida, ma passare ore al pc a scrivere, scrivere, scrivere. Fortuna che qualcuno mi faceva compagnia, mi sentivo meno sola (e meno pazza, of course). Era anche il mio compleanno, ma 22 anni non me li sento proprio.
Settembre. Comincia la mia nuova avventura milanese. Si parte per la big city, un po' la mia New York in versione raggiungibile, a confrontarsi con un'università, test, colloqui, ambiente e cose varie. Oltre allo stress, che tendo a dimenticare, ricordo grandi soddisfazioni, passeggiate sotto al sole da sola per Milano come se fossi sempre stata lì, giri di shopping in compagnia, pranzi al Mc e tanta voglia di non tornare a casa. Così quando consegno i moduli alla segreteria dell'Unimi per l'immatricolazione mi sento già più in pace con me stessa e quello che ho voluto sempre essere. E anche qui un fine settimana fuori è un ottimo modo per ritrovarmi, ritrovarci, provare ancora una volta la bellezza dello stare insieme.
Ottobre. Tesi. Non ricordo altro.
Novembre. Laureata!!!! No, proprio non ce la faccio a metterci entusiasmo. Più che un traguardo sognato e finalmente raggiunto mi sembrava più il disbrigo di una pratica ancora da archiviare, l'ultimo ostacolo da superare prima del trasferimento. Ma poi quel giorno lì è stato bello lo stesso, ho sentito la mia famiglia vicina, i miei amici, noi colleghi e, anche se la lacrimuccia non è scesa, ho pensato per la prima volta che un po' mi sarebbe dispiaciuto lasciare tutti. E coìs si è chiuso un altro capitolo della mia vita. Ma Novembre è anche il mese del trasferimento, delle prime giornate milanesi, dei giri esplorativi, degli aperitivi, dei week end fuori, delle nuove amicizie, dell'inizio delle lezioni e della ripresa degli studi. Un mix di novità a volte entusiasmante altre assolutamente alienante, ma una tappa fondamentale da vivere a 360 gradi senza aver mai timore di affrontare il giorno dopo. Specie se hai qualcuno sempre accanto con cui confidarti, come ho imparato negli ultimi anni ma, più che mai, in questo mese.