mercoledì 28 dicembre 2011

Considerazioni sull'anno appena trascorso

Non so se avrò modo di scrivere nei prossimi giorni, però sento un'urgente necessità di mettere giù qualche riflessioni su questo 2011. Pensando all'anno appena trascorso mi accorgo che tutto sommato, e anche senza tutto sommato, è stato un gran bell'anno, anche se non sapevo se avesse retto il confronto col 2010. E invece c'è riuscito e, per certi versi, anche alla grande.

Gennaio. L'anno è iniziato un po' in sordina, con una festa movimentata su cui si evitano i particolari :) Il pensiero fisso era il disbrigo di diverse pratiche burocratiche: consegna documenti erasmus, pensare alla tesi e cercare il relatore, informarsi sulle materie svolte nel primo semestre, studiare e varia roba noiosa. A questo ci si aggiunge la nostalgia per il recentissimo ritorno dal mio Erasmus a Preston. Gennaio non è stato un gran bel mese, a dirla tutta.

Febbraio. Una materia data e un fine settimana fuori. Bum bum. Ho avuto mille incertezze, mi son fatta quei due o tre pianti di routine, ma me la sono cavata. Lentamente si riprendeva la normalità e, alla fine, si è aggiunto quel tocco di vita che rende tutto più bello. Amore, sì, quello.

Marzo, Aprile, Maggio. Mesi non pervenuti. Di quei giorni mi ricordo mattinate di tirocinio in un'agenzia pubblicitaria - che mi hanno indicato la via che sto ad oggi seguendo, alla Pocahontas - e pomeriggi e serate infinite sul pc a cercare di mettere giù qualcosa per la tesi. Sì, ancora seguivo l'idea di laurearmi a Luglio, e stavo finendo per impazzire, considerata la mole di materiale da leggere, oltre ai libri delle materie rimanenti e le mattinate al lavoro. Così a fine maggio do un calcio a tutto, mi concentro sulle materie e rimando il lavoro della tesi all'estate. Nessun evento particolare ha sconvolto la mia vita, anche le sere fuori si conformavano allo standard passeggiata-cocktail-ognitantoinpizzeria che tanto mi faceva rimpiangere la mia movimentata vita notturna prestoniana.

Giugno. Ultime due materie date, pratiche burocratiche universitarie da ultimare, gioia assoluta per l'imminente abbandono dell'Unime. E primi giorni di mare.


Luglio. Si ritorna sulla tesi. E ritorna anche lui, così faccio un po' d'estate, per 7 giorni godendomi mare, sole, relax, feste, balli, gite e seratine. La spiaggia di notte, le litigate, i pranzi fuori e i momenti dolce far niente del primo pomeriggio.

Agosto. Tesi, tesi, tesi. Fino alle 4 del mattino, quando il sole andava via e si approfittava della lieve brezza notturna che entrava dalle finestre per lavorare un po' senza sclerare del tutto. Così la mattina me la dormivo alla grande, trasformandomi in un semivampiro la cui principale occupazione no è però approfittarsi dell'oscurità per succhiare il sangue di qualche anima candida, ma passare ore al pc a scrivere, scrivere, scrivere. Fortuna che qualcuno mi faceva compagnia, mi sentivo meno sola (e meno pazza, of course). Era anche il mio compleanno, ma 22 anni non me li sento proprio.

Settembre. Comincia la mia nuova avventura milanese. Si parte per la big city, un po' la mia New York in versione raggiungibile, a confrontarsi con un'università, test, colloqui, ambiente e cose varie. Oltre allo stress, che tendo a dimenticare, ricordo grandi soddisfazioni, passeggiate sotto al sole da sola per Milano come se fossi sempre stata lì, giri di shopping in compagnia, pranzi al Mc e tanta voglia di non tornare a casa. Così quando consegno i moduli alla segreteria dell'Unimi per l'immatricolazione mi sento già più in pace con me stessa e quello che ho voluto sempre essere. E anche qui un fine settimana fuori è un ottimo modo per ritrovarmi, ritrovarci, provare ancora una volta la bellezza dello stare insieme.

Ottobre. Tesi. Non ricordo altro.

Novembre. Laureata!!!! No, proprio non ce la faccio a metterci entusiasmo. Più che un traguardo sognato e finalmente raggiunto mi sembrava più il disbrigo di una pratica ancora da archiviare, l'ultimo ostacolo da superare prima del trasferimento. Ma poi quel giorno lì è stato bello lo stesso, ho sentito la mia famiglia vicina, i miei amici, noi colleghi e, anche se la lacrimuccia non è scesa, ho pensato per la prima volta che un po' mi sarebbe dispiaciuto lasciare tutti. E coìs si è chiuso un altro capitolo della mia vita. Ma Novembre è anche il mese del trasferimento, delle prime giornate milanesi, dei giri esplorativi, degli aperitivi, dei week end fuori, delle nuove amicizie, dell'inizio delle lezioni e della ripresa degli studi. Un mix di novità a volte entusiasmante altre assolutamente alienante, ma una tappa fondamentale da vivere a 360 gradi senza aver mai timore di affrontare il giorno dopo. Specie se hai qualcuno sempre accanto con cui confidarti, come ho imparato negli ultimi anni ma, più che mai, in questo mese.

Dicembre. Primo mese, primo freddo, primo esame, prima soddisfazione, primi regali e primo viaggio sul Frecciarossa per tornare giù. E adesso sono qui, quasi a metà perchè mi manca un grosso pezzo della mia vita ma contenta di quello che è stato e propositiva, a volta depressa,  per quello che sarà.

mercoledì 21 dicembre 2011

Soddisfazioni e strette al cuore

Primo esame magistrale andato benissimo e sono già china sui libri per il prossimo. Non ho nemmeno un attimo per rilassarmi, oramai volo di corsa da un treno all'altro concedendomi 5 ore di sonno per notte, ma mi va più che bene; finchè ci sono i risultati (e non parlo solo dell'università) riesco ad apprezzare tutto e tutto ha un sapore migliore, qualsiasi sacrificio, qualsiasi ora di sonno persa.

Così mi sveglio all'alba per prendere un treno e spostarmi di città un città, col sorriso sulle labbra e una stretta al cuore, perchè so che ne vale la pena e che è tutto quello che voglio. Torno distrutta ma con lo stomaco sottosopra per l'emozione, col cd dei Coldplay in mano che non aspetto un minuto a mettere nel pc per ascoltarlo. Dormo altre 5 ore e mi alzo nuovamente col sorriso: ben due treni, e un viaggio di dodici ore, mi aspettano quella giornata, ma finalmente dopo potrò concedermi una mega dormita nel mio letto che mi manca così tanto.

I giorni passano talmente veloci quando li vivi con entusiasmo, quando ti alzi al mattino con la voglia di fare, di vedere cosa succede, con la curiosità di scoprire un nuovo giorno o con l'impazienza che passi per avvicinarmi ad un altro che sto aspettando. Ogni fatica sembra nulla se paragonata a quello che ho. Ed ogni giorno ancora più bello :)

mercoledì 14 dicembre 2011

Prove

Come se tutto il trasferimento non fosse già un'avventura. Ma cosa ci sei andata a fare a Milano? Ah ecco, l'università. E di conseguenza, esami. Sperando di non essermi intoppata con burocrazie varie (che siccome sono molto meno rispetto a quelle di Messina allora mi sembra troppo strano non aver fatto nulla e mi sembra sempre di aver dimenticato qualcosa) e che l'esame in sè non abbia fatto troppo schifo, una è andata. Uuuuuuuuuuuuuuuuuuuh. Considerando che ho avuto poche settimane per studiare e un trasferimento da affrontare direi che, nell'eventualità non fosse andato benissimo, non dovrei lamentarmi. Però c'è sempre l'ansia da primo esame, insomma, quel "debutto" che, nel bene o nel male, considerazioni razionali o meno, ti fa sempre un po' stare sulle spine. Comunque adesso, e prima che esca il risultato, è meglio non pensarci. Piuttosto ripartirò con la seconda materia e mi darò un po' allo shopping natalizio... sarò a Milano per qualche motivo, o no? :)

mercoledì 30 novembre 2011

Nella casa delle bambole

Ah, Milano. Ancora guardo con stupore alcune vetrine mentre mi dirigo a casa. E pensare che faccio ormai la stessa strada tutti i giorni. A volte frettolosamente perchè ho fame, altre perchè ho già camminato un po' e ho male ai piedi. A volte perchè cerco di sfuggire a tutti i venditori che sembrano in grado di prometterti il mondo (con questo corso riuscirai a migliorare il tuo studio, leggi una volta una pagina e sai già tutto). A volte lentamente mi godo ogni singolo passo. Specialmente se c'è il sole. Mi fermo davanti alle vetrine, guardo con curiosità come hanno deciso di rendere il Natale in tempo di crisi e non - la migliore idea è quella di un albero addobbato con peperoni rossi in un negozio di abbigliamento. Lentamente faccio le scale che vanno giù alla metro, e passo sempre davanti lo stesso anziano senza gamba che chiede l'elemosina. Quasi conosco i singoli visi di ognuno. Sono messi sempre negli stessi punti, sempre uguali, sempre con le stesse facce tristi o le mani che tremano per il freddo. Le mie le tengo in tasca, a giocherellare con qualche scontrino. Fa troppo freddo per lasciar sentire anche a loro l'aria di Milano.

Poi mi capita di entrare sempre negli stessi negozi, di innamorarmi di oggetti che non posso comprare. Come le borse Disegual (ma anche le magliette, i cappottini, i vestitini...). E che dire invece della passeggiata in via Montenapoleone? La borsa a cuore di Braccialini sarebbe stata un bel souvenir. Fortunatamente c'è chi invece si può permettere di passeggiare con le varie borse di Luis Vuitton, Moschino, Chanel. Sia che le abbia proprio - intendo, la borsa per uscire - sia che siano buste di carta che contengono chissà quali regali, natalizi e non. E lì è un altro tripudio di nomi famosi: Tod's, Prada, ancora Luis Vuitton, D&G, Rinascente. Ma anche OVS, Yamamay, Intimissimi, H&M, Zara. Una su tutti: Abercrombie e Fitch, con quei fusti a torso nudo magari ingrigiti dal bianco e nero bluastro che ti guardano come se fossero un marchio, una sorta di segnale stradale, molto più efficace del classico Milano che incontri ai confini della città. Magari anch'io un giorno ci andrò a comprare qualcosa, giusto per sfoggiare la borsetta col maschione. Per adesso non ho voglia di mettermi in fila davanti al negozio, meglio aspettare dopo le feste (noooo, lì iniziano i saldi!!)

lunedì 21 novembre 2011

Collegio dolce collegio

Prima settimana passata fuori dalla Sicilia, finalmente a Milano. Primo fine settimana passato fuori Milano, destinazione Torino. Dopo due giorni con i miei amici, divertimento, passeggiate nel centro, aperitivi e locali, mi ritrovo a prendere un treno a tornare non più a "casa", quel luogo familiare e caldo nel profondo Sud d'Italia, ma in un appartamento con i termosifoni presumibilmente guasti della già fredda, caotica, Milano. Sto iniziando a chiamare casa una residenza universitaria, a percepire come familiare una strada sempre trafficata, un panificio che fa delle focacce buonissime e un supermercato a 300 metri circa. Mi ritrovo a far la spesa, lavare e tenere con cura una stanzetta a pochi metri dal Corso Buenos Aires, rifare il letto una volta tornata da lezione e passarci ore immersa nello studio.
Lentamente mi abituo al via vai quotidiano, alla cucina in comune mai troppo affollata, ai miei panni stesi su uno stendino sulla doccia e la dispensa ancora sempre piena di cibo. Mi abituo al freddo la mattina e all'arrivo all'università deserta alle otto e mezzo del mattino. Alle aule calde che via via si riempono di gente nuova e di visi forse già visti. Alle passeggiate in centro a guardare le vetrine. Ai flan del McCafè e all'imponenza del duomo. Mi diventa familiare lo scricchiolio del tetto. Persino il rumore dell'affare che pulisce le strade la domenica sera.

mercoledì 16 novembre 2011

Milano

Credo che sarebbe il caso di cambiare il titolo a questo blog. Non più From Sicily, ma From Milan (with love?). Ebbene sì, il grande passaggio è avvenuto. Da una piccola cittadina in riva al mare, con l'Università più disorganizzata d'Italia a 50 chilometri mi sono trasferità nella grande città Milano, la caotica Milano, la Milano con la gente che va e viene, che riempie le metropolitane e ti costringe a tenere la destra sulle scale mobili. La Milano coi 7 gradi quando c'è il sole, che ti gela le mani mentre le tieni in tasca, che ti costringe ad affrettare il passo perchè c'è dietro di te uno quasi corre, che ti mette fretta ai semafori e che si riempie di nebbia appena fa buio. Ma anche la Milano dalle luci scintillanti, dai bar con l'happy hour, dagli H&M, Zara, Intimissimi, Tezenis, Kiko, Tally e Yamamay ogni 200 m, dalla Galleria Vittorio Emanuele e il suo McCafè, dalle librerie a tre piani dove c'è da perdersi e dai parchi dove puoi sederti e leggere dei libri in tranquillità. La Milano dalle mille sorprese, insomma.

Oggi primo giorno di lezione. Professori dall'aria simpatica e colleghe di corso top model. Sembrano tutti dei navigati dell'università, tutti che sanno dove andare, che libro prendere, cosa dirà il professore cinque minuti dopo. Almeno così pare, finchè non ti accorgi che quella accanto a te è esattamente nella stessa situazione, e vi confortate un po'.

Milano che si crede chissà chi, e in fondo è solo una città come tante altre.

martedì 18 ottobre 2011

Pensieri incostanti

Labilità. Precariato. Discontinuità. Incertezza. Caos.

Dubbio.

Paura. Curiosità.

Incostanza. Inconsistenza. Volontà e pigrizia.

Timore della solitudine e desiderio di affrontare le difficoltà.

Al meglio, anzi, ad maiora.

Immaginazione e sdegno. Rifiuto e capriccio.